Chronica parva Ferrariensis: navigazione, porti e polesini

navigazione-porti-polesini-ducato-estenseIl tema dell’idrografia e della navigabilità dei nostri antichi corsi d’acqua che, permettendo la navigazione fra un’infinità di piccoli porti, consentivano di svolgere tutte quelle attività altrimenti impedite dagli spostamenti via terra, essendo il nostro antico territorio praticamente circondato da aree stagnanti, paludose e marine, sembra essere pregnante agli occhi di Riccobaldo Gervasio da Ferrara, estensore della Chronica parva Ferrariensis, cioè di quello studio manoscritto riguardante la storia della città di Ferrara, del suo Ducato e del suo territorio, composto tra il 1309 ed il 1317 e pubblicato per la prima volta da Ludovico Antonio Muratori solo nel 1726 in “Rerum Italicarum Scriptores“, ma con una titolazione assai diversa e precisamente: “De edificatione urbis Ferrarie“.

NAVIGAZIONE DA SAN BIAGIO A RAVENNA

Chronica: colonna 477, righe 01-09

A Rupta Sancti Blasii descendendo per Padum VIII millia passuum, pervenitur ad Fossam Pudollam, qua dextra ripa est a canalibus palustribus commeatus in Padum. Infra Fossa Pudollam navigando per Padum XI millia passuum, laeva ripa pervenitur ad Vicum & Monasterium Sancti Alberti in adversa ripa, quae est modico deorsum dextra, itinere XII millium passuum pervenitur Ravennam navigio.

Traduzione libera: colonna 477, righe 01-09

Scendendo lungo il suo corso per circa otto miglia dalla Rotta di san Biagio, si arriva alla Fossa Pudolla, dalla cui riva destra si entra in Po attraverso canali palustri. Navigando oltre la Fossa Pudolla per undici miglia, a sinistra si arriva al villaggio e Monastero di Sant’Alberto sull’opposta riva, che è di poco oltre sulla riva destra, dopo dodici miglia di navigazione si giunge a Ravenna.

NAVIGAZIONE DA RAVENNA A FERRARA

Chronica: colonna 477, righe 10-17

Hoc loco, quo de Pado exitur, situm era Castellum Venetorum, de quo supra diximus, sed de eo inferius plura dicentur. Si de Ravenna exieris eques, vel pedes, itinere VIII millium passuum ad Padum devenies infra Vicum Sancti Alberti, & pontem Padi transieris, XXXVIII millium passuum itinere pedestri adibis Ferrariam.

Traduzione libera: colonna 477, righe 10-17

In questo luogo, da cui si esce dal Po, era situato il Castello dei Veneziani (NdR – Si tratta del castello di Marchomay, detto anche di Marchabo dal termine di “marchandaria” a cui esso era deputato) edificato dai veneziani nel 1258 ed utilizzato come deposito primario e momentaneo delle merci e delle mercanzie di vario tipo provenienti dal mare o da Ravenna, in attesa di essere poi trasferite definitivamente, via acqua, a Venezia o anche ai diretti richiedenti), di cui si era detto di sopra, ma del quale si dirà ancora in seguito. Uscendo a cavallo o a piedi da Ravenna, dopo aver percorso otto miglia, si giunge al Po sotto al villaggio di Sant’Alberto, e oltrepassando il ponte sul Po, dopo trentotto miglia percorse a terra, si arriva a Ferrara.

NAVIGAZIONE DA SANT’ALBERTO ALL’ADRIATICO

Chronica: colonna 477, righe 17-27

Ab hoc ponte navigando per VII millia passuum exitur in pelagus per Portum Primarium. Ex hoc Portu, & ex Portu Volanae, & ex Portu Gauri est commodus commeatus vehendi merces Ferrariam ex omni Portu maritimo; sed impeditur superbia & avaritia Venetorum, quos inordinatus amor sui excoecans in cladem induxit, Dei judicio, & opera Romani Pontificis Clementis Papae Quinti eorum excessibus lacessiti.

Traduzione libera: colonna 477, righe 17-27

Da questo ponte, navigando per sette miglia, si esce in mare attraverso il Porto di Primaro. Da questo porto, e da ogni altro porto marittimo come quello di Volano e quell’altro di Goro, è possibile trasportare agevolmente mercanzie a Ferrara; ma ciò diventa difficoltoso a causa dei Veneziani che, accecati dalla superbia, dall’avarizia e da un esagerato amor proprio, sono stati condotti a rovina sia attraverso il giudizio di Dio che attraverso l’opera di Clemente quinto, pontefice di Roma, stanchi entrambi dei loro eccessi.

IL PORTO DI MAGNAVACCA

Chronica: colonna 477, righe 27-33

Est & quartus Portus acquæ marinæ inter Portum Primarii, & Portum Volanæ, qui dicitur Portus Cajavacæ ditionis Comaclensis, per quem Portum de mari per paludes salsas, & penetratur magnis spatiis profundorum canalium usque in Villas districtus Ferrariæ.

Traduzione libera: colonna 477, righe 27-33

E c’è un quarto porto di acqua marina tra il Porto di Primaro e il Porto di Volano, che è detto di Caiavacca (Magnavacca), nella giurisdizione di Comacchio, per il qual porto si transita dal mare verso le paludi salse, si penetra poi in grandi estensioni attraversate da profondi canali e si giunge fino a lambire le ville del distretto di Ferrara.

POLESINE DI FICAROLO

Chronica: colonna 477, righe 34-46

Ferrariense Territorium in quattuor principales partes Pado secante. Prima est versu Boream, quæ dicitur Pollicinum Ficaroli, quæ abet longitudinis ab Hostiliæ finibus usque in Mare Adriaticum ferme millia passuum LX, latitudinis vero circiter X. Hujus ad meridiem sunt Padi, & Ruptae Ficaroli fluenta; a Borea sunt Paludes Clugiæ, & Adriæ quondam, territorium Rhodigii, paludes Lendinaræ, & Veronæ. Haec pars in se continet Insulas plures non magnas, quarum major est illa, quae nominatur a Villa Gurzonum.

Traduzione libera: colonna 477, righe 34-46

Il territorio ferrarese si divide in quattro parti principali, definite dal Po. La prima è verso Borea (NdR – Si tratta della Bòrea o vento di settentrione, detto anche Tramontana, per cui è da intendersi il Nord), ed è detta Polesine di Ficarolo, ha la longitudine (distanza) di sessanta miglia dai confini di Ostiglia fino al Mare Adriatico ed una larghezza di circa dieci miglia. Essa ha a meridione il Po e la Rotta di Ficarolo; a Nord vi sono le Paludi di Choggia e di Adria, il territorio di Rovigo, lepaludi di Lendinara e di Verona. Questa parte di territorio contiene in sé diverse isole, non grandi, la maggiore delle quali è quella che si chiama Villa di Gurzone.

POLESINE DI CASAGLIA

Chronica: colonna 477, righe 46-54

Secunda secluditur a prima alveo Ruptae Ficaroli, quae incipit, ubi Padus scinditur, & finitur versus Orientem ad Gauri fluenta. Haec pars triangula undique cingitur aquis Padi, habens longitudinis millia passuum fere XL. Hujus Insulæ pars superior usque ad aggerem Traversagnum porrecta ab una parte Padi usque ad alteram nominatur Pollicinum Casalea.

Traduzione libera: colonna 477, righe 46-54

La seconda parte è divisa dalla prima attraverso l’alveo della Rotta di Ficarolo, la quale ha inizio laddove il Po si divide e finisce verso Oriente, fino al Canale di Goro. Questa parte, fatta a triangolo e cinta da ogni parte dalle acque del Po, ha una lunghezza di quasi quaranta miglia. La parte superiore di questa isola, estesa fino all’argine Traversagno da una parte del Po all’altra, è nominata Polesine di Casaglia

POLESINE DI FERRARA

Chronica: colonna 477, righe 54-61

Cetera pars Pollicinum Ferrariæ nominatur, in quae sunt sita Ferrariæ mœnia. Secus Padum tertia pars incipit, ubi scinditur Padus ante Ferrariam, quae habet Padum antiquum a Borea, a Meridie Padum, quo itur versus Ravennam, ab ortu vero agros Argentæ, paludes Ravennæ, nemora & paludes Comacli.

Traduzione libera: colonna 477, righe 54-61

Quasi tutta la restante parte in cui è situata la città di Ferrara, è nominato il Polesine di Ferrara. La terza parte ha inizio laddove il Po si divide davanti a Ferrara, la quale parte presenta il Po antico a Borea, a Meridione il Po che conduce a Ravenna, a Levante le terre di Argenta, le paludi di Ravenna, i boschi e le paludi di Comacchio.

POLESINE DI SAN GIORGIO

Chronica: colonna 477, righe 61-73

Hujus partis caput superius dicebatur Pollicinum Sancti Georgii ab Ecclesia ejus vocabuli. Nominatur usque ad fluvium Sandalum, qui de Pado antiquo olim exiens, ubi est Villa, quae dicitur Caput Retae & Vicoventiam tangens alteram partem Padi, ingrediebatur ubi est Vicus, qui dicitur Caput Sandali, distans superne tribus millibus passuum ab Argentae. Ceterum cum hic Sandali fluvius vadosus nimis agros humectaret vicinos, & steriles esse feceret, clauso meatu privatus est acqui. Reliqua pars inferior dicta est Pollicinum Rete.

Traduzione libera: colonna 477, righe 61-73

La parte superiore di questo capo prende il nome di Polesine di San Giorgio, dal nome della sua Chiesa. Il quale capo superiore è così nominato fino al fiume Sandalo, che usciva dal Po antico dove ora è la Villa chiamata Capo de Reta (Coderata o Codrea) e sfiorando Voghenza, entrava nell’altra parte del Po dove si trova la Villa di Consandolo, distante tre miglia da Argenta. In seguito, il fiume Sandalo venne chiuso nel suo corso e privato dell’acqua poiché, pur essendo poco profondo, tanto da essere pieno di guadi, con le sue acque inondava i campi in modo tale da renderli sterili. La rimanente parte inferiore (NdR – Polesine di San Giorgio) è detta Polesine di Reda.

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