Chronica parva Ferrariensis: antichi territori del ferrarese

antichi-territori-del-ferrarese-ducato-di-ferraraLa Chronica parva Ferrariensis, ovvero quello studio manoscritto, composto tra il 1309 ed il 1317 da Riccobaldo Gervasio da Ferrara, volto a descrivere la storia dei territori e delle vicende della città di Ferrara e del suo Ducato, venne pubblicata per la prima volta da Ludovico Antonio Muratori nel 1726 in “Rerum Italicarum Scriptores“, aveva originariamente un titolo assai diverso e precisamente: “De edificatione urbis Ferrarie“. Tale opera è suddivisa in sedici colonne e si può considerare come strutturata di sei parti: origini di Ferrara, idrografia ferrarese, morfologia del territorio, insediamenti abitativi, topografia della città e vicende politiche dalla morte della contessa Matilde di Canossa al 1316.

ORIGINI DI FERRARA: LE DODICI MASSE

PARTE ORIGINALE: colonna 473, righe 01-26Costantinus Magnus inclytus Imperator, data primo libertate Fidei Christianæ, Ecclesiæ Romanæ plurima donaria & jurisdictiones concessit. Superauxerunt quidam ex Augustis successoribus ipsi Ecclesiæ Romanæ  jurisdictiones & dona. Inter quæ dona XII Massas & plures fundos, ex quibus Civitas Ferrariæ fluvio Pado contermina constituta mox est per Vitalianum almæ Urbis Archipræsulem, ipsi Ecclesiæ Romanæ Principes Augusti dono concesserunt. In territorio Ferrariæ multis paludibus olim obsito Massae XII sunt inventæ, quarum, quarum Prima dicta est Vicus Aventinus secus fluvium Sandalum sita, qui Vicus nunc vulgò Vicoventia dicitur. Secunda dicta est Massa Polariola; tertia Quartisanæ; quarta Donorii; quinta Firminianæ; sexta Vicus variani; septima Curili; octava Ocuparii; nona Rompiolla; decima Petrurii; undecima Seramaje, & Trente; duodecima Seneticæ. Ex his Massis & aliis fundis plurimis circumstantibus idem Vitalianus Pontifex ibi unam Rempublicam constituit, & in formam Civitatis ordinavit.

TRADUZIONE LIBERA: colonna 473, righe 01-26Costantino Magno, famoso imperatore, dopo aver dato libertà alla fede cristiana, concedette diversi doni e poteri giurisdizionali alla Chiesa di Roma. Alcuni suoi successori aggiunsero alla Chiesa di Roma sia giurisdizioni che doni. Fra i quali doni, furono concesse alla Chiesa di Roma, presso il fiume Po, per volontà di Vitaliano, Arcipresule dell’alma città, 12 Masse e più fondi, sui quali si trova edificata la città di Ferrara. Nel territorio di Ferrara, che risulta circondato da molte paludi, vi sono queste dodici Masse, la prima delle quali è detta Vico Aventino, è posta presso il fiume Sandalo ed è comunemente detta Voghenza. La seconda è chiamata Massa Polariola, la terza Quartesana, la quarta Denore, la quinta Formignana, la sesta Vigarano (N.d.R. – Il termine “Vigarano” è stato tradotto superficialmente da Antolini Carlo, nell’edizione del 1899 della “Chronica Parva”, col termine di “Vicobariano“; ciò non ha fatto altro che rinfocolare le false interpretazioni collegate alla località di quel Vicus Varianus presente nella carta geografica del nostro territorio, disegnata su indicazione di Egnazio Danti, cosmografo, geografo e matenmatico perugino, ed affrescata nei Musei Vaticani  al tempo della devoluzione e riferita chiaramente non già al “Vico di Variano”, cioè Vigarano Mainarda, ma a Castelnuovo Bariano, località che si trova subito dopo Sermide, in provincia di Mantova; a tal proposito si consiglia la lettuta dell’articolo “Phorum Allieni”), la settima Corlo, l’ottava Copparo, la nona Rompiola, la decima Petruri, l’undicesima Seramaie e Trenta, la dodicesima Senetica. Lo stesso Pontefice Vitaliano ordinò che queste Masse e questi fondi assumessero la forma di città.

LE PRIME ZONE ABITATE

PARTE ORIGINALE: colonna 473, righe 26-37Marinum quoque natione Romanum, virum utique religiosum & integritatis maximæ habitum primum Episcopum Populo ipsi præfecit. Idem Pontifex Romanus Ecclesiæ Ferrariensi ac ipsi Populo Privilegia sua benignitate paterna multa concessit, quæ scriptis Apostolicis notata videntur. Prima Sedes Ferrariæ fuit apud Vicum Aventinum, ubi nunc est Plebs Vicoventiæ. Secunda vero in capite Insulæ sive Pollicini Sancti Georgii; terzia in loco proximo, ubi nunc Civitatis visitur.

TRADUZIONE LIBERA: colonna 473, righe 26-37 – E a quel popolo propose come primo vescovo Marino, romano di nascita, uomo religioso e della massima onestà. Quello stesso pontefice romano, per sua benevolenza, concesse alla città di Ferrara ed al suo popolo molti privilegi registrati nelle scritture apostoliche ufficiali. La prima sede del vescovado di Ferrara fu presso Vico Aventino, dove al presente si trova la chiesa di Voghenza. La seconda fu all’inizio dell’isola o Polesine di San Giorgio; la terza fu in un luogo prossimo, dove ora si trova la città di Ferrara.

FERRARA AL TEMPO DI PAPA VITALIANO (Anno 658 d.C.)

PARTE ORIGINALE: colonna 473, righe 38-49Si quæratur, quo temporeordinata est per ipsum Vitalianum habere Episcopum: dico, quod tempore Costantini Tertii Imperatoris Augusti, qui & Iraclonam germanum suum habuit in Principatu consortem, qui fratris Augusti Eraclii Imperatoris proles fuerunt. Si apertius de tempore Papæ Vitaliani perquiris: dico, quod apparet in Chronicis, eum cepisse sedere in Apostolica Sede a Nativitate Christi Anno sexcentesimo & quinquagesimo octavo, qui Papa sedisse reperitur quatordicem annis, & ultra.

TRADUZIONE LIBERA: colonna 473, righe 38-49 – Se chiedi in quale tempo sia stato imposto un vescovo alla chiesa ferrarese da Vitaliano papa, dico che fu al tempo dell’imperatore Costantino III Augusto, il quale aveva suo fratello Heraclona per compagno nel governo, figli a loro volta dell’imperatore Eraclio. Se chiedi più chiaramente notizie del tempo in cui Vitaliano fu papa, dico che nelle cronache sta scritto che egli occupò la sede apostolica a partire dall’anno 658 d.C. e vi rimase per quattordici anni ancora ed anche oltre.

FERRARA AL TEMPO DI PAPA SILVESTRO (Anno 320 d.C.)

PARTE ORIGINALE: colonne 473-474, righe 50-69Si quæratur iterum, cur Episcopus Ferrariensis serius quam ceteri Episcopi Italicarum Urbium sit institutus: ibi causam contemplari opinor prolixiore sermone esse opus. Costantinus Magnus Augustus, qui Rempublicam gubernavit Anno a Nativitate Domini trecentesimo & vigesimo, post Fidem Christi susceptam a beato Silvestro Summo Pontefice (NdR – Fu papa dal 314 al 335 d.C.), libertatem Ecclesiæ dedit. Tunc palam in quibusliber Urbibus licuit Christianis sibi Episcopos ordinare, & sic ordinati sunt in Ecclesiis libere. Eo tempore unicuique licebat pro arbitrio vel Christum colere, vel deos Gentilium, usque ad tempus Theodosii Primi reverendi Augusti & Sancti, qui regebat Imperium sub Anno Nativitatis Christi quadrigentesimo. Hic Augustus cultor Fidei Christianae non solum libertatem Ecclesiae conservavit, quin Dedorum Templa dirui fecit in omnibus locis, in quibus suum timebatur imperium.

TRADUZIONE LIBERA: colonna 473-474, righe 50-69 – Se poi vorrai sapere perché il vescovo di Ferrara venne ordinato più tardi rispetto ai vescovi delle altre città d’Italia, penso che si debba fare un discorso più lungo. Il grande imperatore Costantino, che governava la Repubblica romana, dopo che accolse la fede cristiana dal beato Silvestro, sommo pontefice, nel 320 d.C. diede alla chiesa libertà di manifestazione. Da allora fu possibile ai cristiani ordinare liberamente i propri vescovi e così avvenne. Così, ciascuno poté seguire a piacimento o la fede cristiana o la fede negli dei pagani, almeno fino al tempo di Teodosio Primo, il quale resse l’impero nell’anno 400. Questo imperatore, amante della fede cristiana, non solo conservò la libertà della chiesa, ma fece anche abbattere i templi degli dei su tutto il suo impero.

INOSPITALITÀ DEL TERRITORIO FERRARESE

PARTE ORIGINALE: colonna 474, righe 70-79Supradictis temporibus in regionibus, quibus nunc est Ferrariensis Diocesis, non erant Oppida, quia ut plurimum ea loca paludibus premebantur, flumine Pado stagnante in locis. In locis editioribus erant aliqui Vici, & Villæ, quibus non fuit Episcopus tunc ordinatus. Et ut argumento monstrari potest, loca illa, in quibus nunc est Civitas sita cum agris vicinis, non erant apta perambulari terrestri itinere, vel meatu navigii.

TRADUZIONE LIBERA: colonna 473-474, righe 70-79 – In quei tempi, non vi erano insediamenti umani fra quelle terre dove ora si trova la diocesi di Ferrara, poiché quei luoghi erano immersi nelle paludi, che erano state create dalle acque stagnanti del fiume Po. Nei luoghi più elevati si trovavano alcuni villaggi  e borghi, sui quali non venne però ordinato alcun vescovo. Secondo quanto proverò a mostrare in seguito, quei luoghi dove ora si trova la città ed i campi circostanti non erano percorribili né per terra né per nave.

ITINERARIO ROMANO DI ANTONINO

PARTE ORIGINALE: colonna 474, righe 79-109Ante Christi Nativitatem per annos XXX & amplius decreto Senatus Romani in Europa, Asia, & Aphrica, studio M. Antonii Consulis Romani facta est divisio itinerum de distantiis, quae erant inter praecipuas Civitates Imperio Romano subjectas, ut de ipsis distantiis omnibus per seripturas constaret; & ex iis seriptis consectus est Codex, qui Itinerarium appellantur, quem perlegi non semel. In ultima parte ejus Operis inveni Rubricam de spatio, & dimensione facta ab Aquilegia usque Bononiam quae Rubrica sic stabat, ut vidi (NdR – Nell’elencare le distanze che seguono, Riccobaldo si riferì alla misura del Miglio vero, il cui valore era equivalente a quattromila piedi ferraresi, cioè km 1,615): ab Aquilegia Concordiam millia passum XXXI; a Concordia Altinum XXXI; ab Altino Patavinuim XXXII; a Patavio ad Este XV; ab este Mejanum XX; a Mejano ad Vicum Varianum XVIII; a Vico Variano Sermidum XX; a Sermido Mutinam XXIV; a Mutina Bononiam XVIII. Propter quod probabiliter opinandum est, quod regiones, ubi nunc est Civitas Ferrariae & agri vicini, non commode poterant permeari navibus, aut a viatoribus pedum officio ambulantibus, quando tunc, si eundum erat ab Este sito in agro Paduano usque Bononiam, tantum viarum dispendium fiebat, deflectendo a Vico Variano, qui distat a Ferraria quinque milliabus passuum, & accedendo Sermidum, inde Mutinam, demum Bononiam. Propter quod probabiliter opinandum est, quod regiones, ubi nunc est Civitas Ferrariae & agri vicini, non commode poterant permeari navibus, aut a viatoribus pedum officio ambulantibus, quando tunc, si eundum erat ab Este sito in agro Paduano usque Bononiam, tantum viarum dispendium fiebat, deflectendo a Vico Variano, qui distat a Ferraria quinque milliabus passuum, & accedendo Sermidum, inde Mutinam, demum Bononiam.

TRADUZIONE LIBERA: colonna 473-474, righe 79-109 – Almeno trent’anni prima della nascita di Cristo, per decreto del Senato di Roma e sotto la direzione del console Marco Antonio, fu fatta la misura delle distanze, in Europa, Asia ed Africa, fra le maggiori città dell’impero romano, cosicché tutti potessero essere messi al corrente per iscritto di ogni tratto; e di quell’itinerario delle distanze è stato fatto un libro detto Itinerario, che ho potuto leggere più di una volta. Nella parte finale di quell’opera ho trovato una rubrica in cui era riportata la misura della distanza fra Aquileia e Bologna, che recitava, come ho potuto constatare personalmente: da Aquileia a Bologna vi sono 215 miglia, suddivise nel modo di seguito descritto. Da Aquileia a Concordia 31 miglia; da Concordia ad Altino 31; da Altino a Padova 32; da Padova ad Este 15; da Este a Meiano (o Miano) 20; da Meiano a Vico Variano (Vigarano Mainarda) 18; da Vico Variano a Sermidum 20; da Sermide a Modena 24; da Modena a Bologna 18″. Per la qual cosa se ne può dedurre che la zona dove oggi si trova Ferrara, con tutto il suo territorio circostante, era del tutto inadatta al transito per nave ed al camminamento, ma quando si andava da Este, nel territorio di Padova, a Bologna, era necessario allungare il cammino, passando da Vico Variano (Vigarano Mainarda), che dista da Ferrara cinque miglia, quindi dirigersi verso Sermide per poi passare a Modena e giungere a Bologna.

CONFINI DEL FERRARESE

PARTE ORIGINALE: colonna 474, righe 109-125Incertum est pluribus, in qua Provincia ex Italicis Civitas Ferrariensis sit sita. Nec dubium est, quin sit in Venetia Provincia, quae restantibus Auctoribus, his finibus clauditur. Ab Ortu quidem est Histria, ab Occasu Abdua fluvius, a Borea Alpes confines Germaniae, a Meridie sunt fluenta Padi per portum Volanæ in Mare Adriaticum defluentis. Pars autem superior territorii ejus, quae est ad dexteram ejus Padi antiqui versus Meridiem est de Provincia Aemilia, in qua est Urbs Placentia, & Imola cum Civitatibus mediis. Pars vero inferior mari propior ad Flaminiam spectat, nunc Romandiolam (intendi “Romàndiola” o “Romània”) nuncupatam, ita quod Insula Sancti Georgii usque in mare extra Venetiam ponitur.

TRADUZIONE LIBERA: colonna 473-474, righe 109-125 – Di sicuro molte persone non sanno in che provincia si trovi la città di Ferrara, tanto che non c’è dubbio che la si stimi nella provincia di Venezia i cui confini, in base a diversi antichi autori, son questi: da Ponente il fiume Adda, da Levante l’Istria, a settentrione le Alpi, congiunte con la Germania, a meridione il ramo del fiume Po che corre verso il mare attraverso il porto di Volano. La parte superiore del suo territorio, dalla parte di destra del suo Po antico verso meridione, fa parte della provincia dell’Emilia, dove si trovano Piacenza, Imola e le città intermedie. Mentre, dalla parte inferiore più vicina al mare, guarda verso la Romagna. In questo modo l’isola di San Giorgio fino al mare si trova fuori della Venezia.

ducato-estense-blog-ducato-di-ferrara-fiorenzo-artioliSe l’articolo ti è piaciuto e vorresti organizzare una conferenza gratuita nel tuo comune o presso la tua associazione, mi trovi a Vigarano Pieve, in via Mantova 117, il giovedì, dalle 22 alle 23. Se desideri utilizzarlo per fini commerciali, avrai bisogno della mia autorizzazione scritta, ma se desideri inserirlo nel tuo blog, devi ricordarti di citarne la fonte, così da dare a Cesare ciò che è di Cesare, ovvero le idee che sono state qui espresse. Le mie altre passioni sono la vita nel cosmo, che trovi a questo  link e l’ufologia, che trovi a quest’altro link.