Chronica parva Ferrariensis: la parte non pubblicata

chronica-parva-ferrariensis-parte-non-pubblicata-ducato-di-ferraraRiccobaldo Gervasio da Ferrara, altrimenti conosciuto come “Riccobaldus ferrariensis, magister et notorius“, fu l’autore del “De edificatione urbis Ferrarie“, uno studio manoscritto, composto presumibilmente tra il 1309 ed il 1317, così come ebbe a suggerire Ludovico Antonio Muratori, che lo pubblicò “anonimo” in Rerum Italicarum Scriptores (Prima edizione, Mediolani 1726) col nuovo titolo di “Chronica parva Ferrariensis, ma che, in origine, ebbe un titolo leggermente diverso, ovvero: “In Chronicam parvam Ferrariensem praefatio“, Ludovici Antonii Muratori”. Esso iniziava con le seguenti parole: “Chronicon parvum inscribenda erat haec Historia; sed nolui recedere ab usu Ferrariensium Scriptorum, ac praecipue Peregrini Prisciani, qui circiter Annum 1490 in suis Annalibus Ferrariensibus MStis saepe laudans hocce Opusculum, semper erat haec Historia; sed nolui recedere ab usu Ferrariensium Scriptorum, ac praecipue Peregrini Prisciani, qui circiter Annum 1490 in suis Annalibus Ferrariensibus MStis saepe laudans hocce Opusculum, semper Chronicam parvam appellare consuevit. Auctor anonimus est; Riccobaldum Ferrariensem nonnulli sunt suspicati …”.

SINTESI DELLA PARTE NON PUBBLICATA

L’edizione muratoriana non contemplava la Chronica in maniera integrale, in quanto iniziava dalla colonna 473 (… Costantinus Magnus inclytus Imperator, data primo libertate Fidei Christianae …) per cui, a beneficio dei miei lettori più curiosi, dal successivo paragrafo riferisco di seguito della parte mancante.

LE TRE INDIE

“Così come noi non abbiamo notizie scritte precise di ciò che sia accaduto nella prima età del mondo, ovvero da Adamo fino al diluvio avvenuto ai tempi di Noè, ci troviamo nelle stesse condizioni con gli uomini che avitavano verso Oriente, laddove un tempo erano le tre Indie: la Serica o Bactriana, la Eoa o Dymerica e la maggiore, detta Termatica o Emlath.

STORIA DELLE GENTI

Le genti che abitano quelle Indie, avendo sperimentate la frode ed avendo in odio le genti che abitano di qua dal fiume Indo, non passano al di là di quel fiume, poiché hanno il sospetto degli inganni e della violenza delle nostre genti, per cui evitano di commerciare con noi in quanto pensano di venirne contaminati. E non passano mai dalla nostra parte con gente armata, nonostante siano assai potenti numericamente. Per contro, quel fiume è stato superato più volte dai nostri comandanti. Prima da Semiramide, regina e moglie di Nino, il secondo re degli Assiri, che assalì gli Indi con gente armata. Il secondo fu Dionisio Libero chiamato Bacco, che penetrò  armato nelle Indie. Il terzo fu Ercole che pose le colonne sulle rive del Coo (lido orientale). Il quarto fu Alessandro Magno che con un esercito vittorioso conquistò le Indie.

STORIA DEL MONDO

Le genti che abitano al di qua del fiume Indo usano commerciare fra di loro e raccontarsi vicendevolmente le rispettive storie. Dal tempo del Diluvio accaduto al tempo di Noè, da questa parte dell’Indo sono esistiti quattro importanti regni.

Il primo (regno) è stato il regno degli Assiri, poi dei Medi e, infine , dei Persiani, che ebbero Bello come primo re, il quale regnò per LXV (sessantacinque) anni. A lui succedette suo figlio Nino, durante la cui signoria il XLVII (quarantasettesimo) anno nacque Abramo, padre di molte genti. Abramo nacque nel MMXV (2015 a, C.). A Nino succedette la regina Semiramide. Quel regno rimase in vita fino al tempo di Alessandro, il quale precedette la nascita di Cristo di circa anni CCCC (quattrocento). Fu un regno che si estese principalmente in Asia.

Il secondo regno fu quello dei Macedoni, di cui ne fu principe Alessandro, che iniziato in Europa si estese principalmente in Asia. Morto Alessandro, questo regno in breve tempo decadde a causa dei dissidi che scoppiarono fra i suoi successori.

Il terzo regno fu quello in Africa dei Cartaginesi, che soggiogarono con le armi, oltre all’Africa, la Spagna, la Sardegna, la Sicilia e tutte le isole del Mare Mediterraneo, fino alle Colonne d’Ercole. Questo regno ebbe termine quando Scipione l’Africano, comandante romano, sconfisse Hannibal in Africa e Cartagine divenne tributaria dei Romani. E ciò accadde circa 200 anni avanti la nascita di Cristo.

Il quarto regno fu quello dei Romani, più robusto e più esteso di tutti gli altri regni ma non più duraturo di quello Assiro. Per certo, dopo aver assoggettato Cartagine, Roma portò dapprima le sue insegne fuori dall’Italia, contro Filippo re di Macedonia, il quale si era alleato con i Cartaginesi contro i Romani. Vinto questo in Europa, rivolse le proprie armi contro Antioco Magno e lo vinse in guerra. Poi i Romani, in tempi diversi e con diversi comandanti, sottomisero tutti i popoli di qua dal fiume Indo, dall’Asia all’Africa, tranne i Parti. Essi, poi, fino alla morte del dittatore Caio Giulio Cesare, sottomisero la maggior parte dell’Europa. Ucciso Cesare, la qual cosa avvenne nell’anno XLVI a.C. (N.d.R. – Cesare venne assassinato il 15 marzo del 44 a.C., alle Idi di Marzo), per dodici anni infuriarono fra i Romani ben cinque guerre civili.

La prima fu combattuta presso Modena (N.d.R. – 21 aprile 43 a. C.), la seconda nella località macedone di Filippi (N.d.R. – dal 3 al 23 ottobre 42 a. C.), la terza a Perugia (N.d.R. – Inverno 41-40 a. C.), la quarta in Sicilia (N.d.R. – 38 a. C.) e la quinta in mare presso Anzio (NdR – La battaglia venne combattuta il 2 settembre 31 a. C., nel Golfo di Arta, a sud dell’Epiro, in Grecia; tale scontro passò alla storia coma la “battaglia del rampone“, ovvero una trave munita all’estremità di un gancio di ferro che veniva lanciata sulla nave avversaria tramite una catapulta e quindi recuperato per ottenere così l’abbordaggio e permettere un arrembaggio completamente diverso dalle battaglie combattute con l’uso del rostro).

Caio Ottavio Cesare, figlio di Azia, figlia di Giulia, la sorella di Giulio Cesare, da quest’ultimo nominato erede suo col nome di Cesare, dopo aver vinto ed ucciso Marco Antonio in quella guerra, governò da solo la Repubblica Romana. Per decreto senatoriale e consenso popolare fu chiamato “Dittatore” ed “Augusto“, che sarebbe come dire “Creato per augurio” il 30 gennaio del 30 a. C.; questo Augusto soggiogò con le armi molte genti che non volevano obbedire al popolo di Roma e molte con attestazioni di fedeltà, comprese quelle dei Parti e perfino l’India inviò i propri ambasciatori con doni mentre egli sosteneva la guerra in Spagna.

Portata quindi la pace in tutto il mondo, egli promulgò un editto per la registrazione delle caratteristiche peculiari di ogni provincia in modo tale da portare ciascuna al pagamento di quanto fosse stata in grado di fare. Furono quindi chiuse le porte del tempio di Giano per la terza volta da quando Roma era stata fondata (NdR – Veniva chiuso solo durante i periodi di pace). Questo primo imperatore tenne  la signoria e la monarchia del mondo per il popolo di Roma ed i suoi successori gli subentrarono mantenendo quel potere. E pur diminuendo negli anni successivi la propria potenza in certe parti del mondo, Roma la mantenne ancora per molto in Italia. Ed ogni potere detenuto dalla Chiesa di Roma e dalle altre chiese in Italia, si crede che esso sia concesso e tenuto dagli imperatori”.

Qui ha termine la parte che, giustamente, il Muratori non ha ritenuto di dover pubblicare poiché non ha alcuna attinenza con Ferrara e con gli Estensi.

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