Riguardo al nome “Flumen Estensi” scelto per rappresentarela storica associazione marinaresca fra le Contrade di San Luca e San Paolo, credo di dover giustamente spendere due parole di chiarimenti. Innanzitutto, si tratta di un titolo che è da considerarsi il frutto di non poche riflessioni fra: Vincenzo Iannuzzo, Giordano Roverati ed il sottoscritto.
Dovendo tradurre normalmente alla latina il titolo italiano originale “Fiume degli Estensi” avremmo dovuto necessariamente optare per la soluzione “Flumen Estensium“, in quanto derivato da “Estensis, Estensis“, che è parisillabo della III. Purtroppo, tale soluzione corretta non aveva quella sonorità collettiva che avremmo voluto richiamare sulla manifestazione
Così pensammo che, trattandosi di un titolo, avremmo anche potuto optare per qualcosa di non grammaticalmente corretto, ma che fosse dotato di quella sonorità che andavamo cercando. E non solo quello! Infatti, noi cercavamo anche qualcosa che ricordasse molto da vicino la parola “Estensi” e, nello stesso tempo, qualcosa che richiamasse alla mente l’aulicità del grande fiume. Fu per questo che optammo per la soluzione grammaticalmente scorretta ma davvero potente per la sonorità espressa, a metà strada fra il latino e l’italiano.
Il risultato fu di impatto forte ed immediato. Tutte le persone da noi intervistate a tal proposito dissero chiaramente che “si sentiva” una forte identificazione fra questo titolo (Flumen Estensi), il fiume Po e la famiglia degli Estensi.
Avevamo raggiunto lo scopo e quindi ci dichiarammo soddisfatti: un nome facile ma aulico ad un tempo, capace di richiamare subito alla mente quel grande fiume che ha visto la nascita della civiltà ferrarese ed ha poi accompagnato la storia di queste genti in piena sinergia con la storia della grande famiglia degli Estensi o da Este che dir si voglia, di discendenza imperiale e che, di fatto, ha reso Ferrara famosa nel mondo intero.
CHIUSURA DI FLUMEN ESTENSI
Purtroppo, qualche tempo addietro, in piena recessione economica, i presidenti delle due contrade, di comune accordo, hanno deciso di sciogliere l’associazione “Flumen Estensi“.
Credo che dal loro punto di vista fossero venute meno diverse situazioni: in piena crisi economica, sarebbe stato quasi impossibile ottenere contributi pubblici per organizzare una manifestazione di questo tipo. Inoltre, ci era già stata negata, per motivi di sicurezza, la possibilità di fare qualcosa nelle acque del castello estense, sede naturale di una parte delle antiche regate. E nemmeno si poteva pensare alla nostra amata Darsena: da una parte risultava legittimamente occupata da una nave-ristorante e dall’altra presentava, e presenta ancora, grazie alla totale assenza di periodici e cadenzati interventi di drenaggio del fondo, una profondità media non superiore al metro, tale da indurre alla navigazione solo nella zona mediana, dove le acque, per una larghezza di circa tre metri, hanno una profondità attorno ai tre metri.
Al momento in cui scrivo, il mio sogno è ritornato a riposare così tranquillamente che non sono nemmeno in grado di dire se riuscirà mai a risvegliarsi. E, purtroppo, sembra un sogno del tutto simile a quello che sta vivendo la mia amata “metafisica Ferrara“, dove non succede mai nulla, avvolta com’è da un’impenetrabile coltre di nebbia.
Una città che sembra facile preda degli Oneiroi! Quelle mitologiche divinità dei nostri sogni sembrano non operare pienamente per il bene di Ferrara, inviando solo sogni ingannatori, in quanto provenienti dal Cancello delle Corna piuttosto che dal Cancello d’Avorio, da cui escono solo sogni veri, a noi ferraresi del tutto preclusi per il momento.
Quei tre fratelli son davvero dei demòni e da Morpheus, il più potente, ci si aspetterebbe un po’ di più visto che a Ferrara crescono del tutto naturalmente miliardi di “papaveri rossi“, i meravigliosi fiori da lui utilizzati per sfiorare le palpebre dei sognatori e modellarne i sogni, offrendo illusioni incredibilmente realistiche!
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